IVERMECTINA e MOLECOLE TOSSICHE PER IL COLLIE
E' ben nota la tossicità dell'ivermectina nella cura delle parassitosi del collie. In realtà ci sono molti tipi di molecole che possono causare problemi. L'elenco che segue ne raccoglie alcune di cui è documentata, o fortemente sospettata, la nocività per il collie:
di seguito sono invece riportate molecole che potenzialmente potrebbero causare problemi di intolleranza:
Il fenomeno della tossicità dell'ivermectina nel collie fu descritto per la prima volta nel 1983. Le manifestazioni cliniche comprendono ipersalivazione, atassia, cecità, coma, insufficienza respiratoria ed infine la morte.
Il problema, su cui si è discusso per molto tempo, è che tali manifestazioni, che si verificano nel collie alle dosi di 1/200 della dose richiesta per causare tossicità in altre razze, non si verificano in tutti i collie. Si ipotizzò che solo alcuni ceppi fossero intolleranti all'ivermectina e noi stessi, in situazioni disperate, abbiamo usato l'IVOMEC (forma commerciale dell'ivermectina) senza alcuna conseguenza.
Studi condotti nell'Università di Washington hanno evidenziato negli ultimi anni che la causa di tale sensibilità del cane verso l'ivermectina è una mutazione recessiva del gene MDR1 (Multi-Drug Resistance). Questo gene produce una proteina (P-glicoproteina) che è fondamentale per la protezione del cervello, in quanto facilita il trasporto delle tossine dal tessuto cerebrale ai vasi capillari e quindi la loro eliminazione. Nella forma mutata però la barriera di protezione non viene attivata e la tossina, non eliminata, si accumula nel cervello. La mutazione è recessiva, quindi solo il gene mutato presente in omozigosi dà problemi di intolleranza.
La modalità di trasmissione di questo gene (che indicheremo con r) è quindi quella di un qualsiasi gene recessivo. Se indichiamo con:
ro |
il gene originario che non dà problemi di sensibilità |
rm |
il gene mutato cha causa la ipersensibilità all'ivermectina |
i soggetti che possono presentarsi sono:
roro |
soggetto non affetto |
rmrm |
soggetto affetto |
rorm |
soggetto non affetto, ma portatore |
La trasmissione avviene di conseguenza secondo un semplice schema mendeliano:
Genitori |
Figli |
||
roro x roro |
100% roro |
||
non affetto x non affetto |
non affetto |
||
roro x rmrm |
100% rorm |
||
non affetto x affetto |
portatori |
||
roro x rorm |
50% roro |
50% rorm |
|
non affetto x portatore |
non affetto |
portatore |
|
rorm x rmrm |
50% rorm |
50% rmrm |
|
portatore x affetto |
portatore |
affetto |
|
rmrm x rmrm |
100% rmrm |
||
affetto x affetto |
affetti |
||
rorm x rorm |
25% roro |
50% rorm |
25% rmrm |
portatore x portatore |
non affetti |
portatori |
affetti |
Recenti studi condotti dall’Università di California su altre razze di cani hanno evidenziato i risultati riassunti nella seguente tabella:
Razza |
No. di cani esaminati |
% Soggetti affetti |
% Soggetti portatori |
% Soggetti non affetti |
Australian Shepherd |
179 |
2% |
30% |
68% |
Bobtail |
212 |
1% |
9% |
90% |
Collie |
287 |
32% |
46% |
22% |
Shetland |
214 |
2% |
17% |
80% |
Mentre le razze nelle quali non si è trovata la presenza di soggetti affetti o portatori sono:
Razza |
No. di cani esaminati |
Australian Cattle Dog |
105 |
Australian Kelpie |
109 |
Bearded Collie |
136 |
Pastore Belga Malinois |
63 |
Pastore Belga Tervueren |
104 |
Bovaro del Bernese |
111 |
Border Collie |
222 |
Borzoi |
91 |
Setter inglese |
73 |
Flat Coated Retriever |
111 |
Greyhound |
110 |
Jack Russell Terrier |
91 |
Labrador Retriever |
113 |
Welsh Corgi Pembroke |
132 |
Whippet |
105 |
L'incidenza nel collie di questa ipersensibilità verso l'ivermectina è, negli Stati Uniti, del 75%, ma si suppone che la percentuale sia orientativamente la stessa anche negli altri paesi. Ad esempio in Giappone (studi di Kawabata, Momoi, Murayama e Iwasaki) la frequenza dell’allele mutante è:
Razza |
No. di cani esaminati |
% Soggetti affetti |
% Soggetti portatori |
% Soggetti non affetti |
Collie |
12 |
33,3% |
41,7% |
25% |
Australian Shepherd |
9 |
44,4% |
11,1% |
44,4% |
Shetland |
42 |
2,4% |
0% |
97,6% |
Si potrebbe usare il test del reincrocio per individuare i portatori, ma la cosa non risulterebbe facile per un semplice allevatore e porterebbe inoltre a sacrificare un certo numero di soggetti affetti. Fortunatamente oggi è possibile, mediante semplici test sul DNA, individuare sia i soggetti affetti che i portatori.
Il test può essere fatto senza muovere un passo, ordinando l’occorrente al Veterinary Clinical Pharmacology Laboratory (VCPL) della Washington State University oppure al Molecular Diagnostic and Research Center della HealthGene Corporation (Toronto – Canada). Il test restituisce risultati certificati ed esatti al 100% e fornisce quindi agli allevatori informazioni genetiche certe sui loro riproduttori, sia al fine della scelta delle terapie da usare, sia, e soprattutto, al fine di eliminare questa anomalia genetica dalle loro linee riproduttive.
Grazie a Lucio Rocco per la gentile concessione delle sue ricerche.